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Klimt. La Secessione e l’Italia

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23 Luglio, 2020

Klimt. La Secessione e l’Italia

Il Museo di Roma – Palazzo Braschi celebra Gustav Klimt, artista tra i più significativi fra Ottocento e Novecento, che torna simbolicamente dopo 110 anni nella Capitale, dove fu premiato all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911.

In mostra oltre 200 opere del grande maestro e della sua cerchia dal Museo Belvedere di Vienna e dalla Klimt Foundation, tra i più importanti musei al mondo a custodire l’eredità artistica klimtiana, e da collezioni pubbliche e private, come la Neue Galerie Graz. Tra dipintidisegnimanifesti d’epoca e sculture, risaltano opere iconiche, tra cui Giuditta I (1901), Signora in bianco (1917-18), Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18), e prestiti eccezionali, come La sposa (1917-18) – per la prima volta concesso in prestito dalla Klimt Foundation − e il meraviglioso Ritratto di Signora (1916-17), recuperato nel 2019, dopo essere stato trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997.

Il percorso espositivo ripercorre la vita artistica del pittore austriaco, ne evidenzia il ruolo di cofondatore della Secessione viennese, indaga sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi ed è articolato in 14 sezioniVienna. 1900Prime opereLa compagnia di artisti Künstler-compagnie,1897La fondazione della Secessione VienneseDesign nel contesto della Secessione VienneseI primi viaggi di Klimt in Italia nel 1899 e nel 1903; Giuditta. Un’opera con lo status di iconaRitratto di SignoraI quadri delle FacoltàIl Fregio di BeethovenLa pittura paesaggisticaRoma 1911. L’Esposizione Internazionale di Belle ArtiAlla Biennale di VeneziaSecessione 1914“La Sposa”. Un’opera importante degli ultimi anni.

Di fianco ai capolavori klimtiani, esposti anche dipinti e sculture del Museo Belvedere di altri artisti del periodo della Secessione viennese, come Josef Hoffmann, Koloman Moser, Carl Moll, Johann Victor Krämer, Josef Maria Auchentaller, Wilhelm List e Franz von Matsch. In un ispirato e suggestivo confronto artistico, testimoniato dalle cartoline autografe dei viaggi in Italia di Klimt, il Museo di Roma presenta le opere di Galileo Chini, Giovanni Prini, Enrico Lionne, Camillo Innocenti, Arturo Noci, Ercole Drei, Vittorio Zecchin e Felice Casorati, artisti italiani fautori delle esposizioni di Ca’ Pesaro e della Secessione romana.

Grazie alla collaborazione tra Google Arts & Culture Lab Team – nuova piattaforma di Google dedicata all’approfondimento delle arti – e il Belvedere di Vienna, tornano in vita i Quadri delle Facoltà – La MedicinaLa Giurisprudenza La Filosofia – tre celebri dipinti allegorici realizzati da Klimt tra il 1899 e il 1907 per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna, rifiutati perché ritenuti scandalosi. Andate perse nel 1945, le opere sopravvivono solo in alcune immagini fotografiche in bianco e nero e articoli di giornale. Un processo digitale, realizzato attraverso il Machine Learning (un sottoinsieme dell’Intelligenza Artificiale) con la consulenza del dott. Franz Smola, tra i maggiori esperti di Klimt al mondo, ha permesso di ottenere una straordinaria ricostruzione digitale a colori dei pannelli.

La mostra è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.

 

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